una ricerca che si articola in dolci matrici ricamate…. Quanta poesia in questi versi, che esprimono il bisogno, il disagio e nello stesso tempo l’essenzialità di cercarsi e… trovarsi..!
un Carnevale è armonia di colori e allo stesso tempo disarmonia di tinte, è fusione di consapevolezze o distacco, lontananza.
Una maschera confonde perché i colori confondono, le tinte confondono, le forme e le sensualità che esse suggeriscono creano ombre, vuoto, sconforto, leggerezza, seduzione.
Ma la parte viva della maschera sono gli occhi e quelli non possono mentire, gli occhi sono veri e il loro colore, il loro sguardo che ti si punta dritto sul cuore ti trafigge come lama o ti accarezza come onda del vento.
La maschera diventa allora specchio dell’anima per chi si mette ad osservarla, diventa introspezione dell’osservatore che resta attonito, sedotto, rapito, in sua completa mercè!
E in questo spasmodico valzer si completa la ricerca di sé.
Quanto è splendido questo senryu, uno dei più stupendi!
Grande abbraccio a te, Eufemia
Massimo
Ci leggo soprattutto la ricerca interiore, quella che forse non riusciremo a trovare mai veramente. Suggestivi versi: una lirica breve ma stupenda! Molto colpita!
Lucia
Sto sfogliando Memorie dopo giorni e leggo ora per la prima volta questo tuo straordinario haiku Sono senza parole: proprio stanotte ho postato su Fili e copiato qua da pochi minuti un haiku che termina con “assenza di sè”. La chiusa mi è stata suggerita dal tema di Jalesh, ma è comunque incredibile che tu abbia scritto “ricerca di sé” e io invece mi sia focalizzata sull’assenza, sul mentire anche a se stessi. Si pure con conclusioni diametralmente opposte, entrambe ci siamo concentrare sul “sé” e sento che c’è sempre un filo che ci lega mentre scriviamo. E’ una cosa bellissima.
Un caro abbraccio Eu! Spero stasera di portarmi in pari non soltanto con la lettura dei post ma anche con qualche commento.
Flavia hai assolutamente ragione, d’altra parte credo che la nostra sensibilità sia alla base di un nostro sentire comune che va oltre la poesia e investe anche la nostra vita. Grazie per le tue parole, sono profodamente commossa.
Massimo che dire del tuo profondissimo commento? Grazie come sempre, la scrittura è emozione e sa scrutare oltre e dunque una volta di piu’ sono qua a ringraziarti.
Ci ispiriamo agli antichi maestri giapponesi che cantarono la bellezza della natura e del cosmo, in 17 sillabe che chiamarono HAIKU.
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una ricerca che si articola in dolci matrici ricamate…. Quanta poesia in questi versi, che esprimono il bisogno, il disagio e nello stesso tempo l’essenzialità di cercarsi e… trovarsi..!
un Carnevale è armonia di colori e allo stesso tempo disarmonia di tinte, è fusione di consapevolezze o distacco, lontananza.
Una maschera confonde perché i colori confondono, le tinte confondono, le forme e le sensualità che esse suggeriscono creano ombre, vuoto, sconforto, leggerezza, seduzione.
Ma la parte viva della maschera sono gli occhi e quelli non possono mentire, gli occhi sono veri e il loro colore, il loro sguardo che ti si punta dritto sul cuore ti trafigge come lama o ti accarezza come onda del vento.
La maschera diventa allora specchio dell’anima per chi si mette ad osservarla, diventa introspezione dell’osservatore che resta attonito, sedotto, rapito, in sua completa mercè!
E in questo spasmodico valzer si completa la ricerca di sé.
Quanto è splendido questo senryu, uno dei più stupendi!
Grande abbraccio a te, Eufemia
Massimo
Ci leggo soprattutto la ricerca interiore, quella che forse non riusciremo a trovare mai veramente. Suggestivi versi: una lirica breve ma stupenda! Molto colpita!
Lucia
Sto sfogliando Memorie dopo giorni e leggo ora per la prima volta questo tuo straordinario haiku Sono senza parole: proprio stanotte ho postato su Fili e copiato qua da pochi minuti un haiku che termina con “assenza di sè”. La chiusa mi è stata suggerita dal tema di Jalesh, ma è comunque incredibile che tu abbia scritto “ricerca di sé” e io invece mi sia focalizzata sull’assenza, sul mentire anche a se stessi. Si pure con conclusioni diametralmente opposte, entrambe ci siamo concentrare sul “sé” e sento che c’è sempre un filo che ci lega mentre scriviamo. E’ una cosa bellissima.
Un caro abbraccio Eu! Spero stasera di portarmi in pari non soltanto con la lettura dei post ma anche con qualche commento.
Flavia hai assolutamente ragione, d’altra parte credo che la nostra sensibilità sia alla base di un nostro sentire comune che va oltre la poesia e investe anche la nostra vita. Grazie per le tue parole, sono profodamente commossa.
Massimo che dire del tuo profondissimo commento? Grazie come sempre, la scrittura è emozione e sa scrutare oltre e dunque una volta di piu’ sono qua a ringraziarti.
Un abbraccio affettuoso ad entrambi
Eufemia