NOTA: tutte le stagioni sono effimere e sono destinata a passare, con le loro luci e le tinte che ci affascinano.
Tuttavia lo sguardo di chi osserva va oltre questo dato fisico, spingendosi al di là dei colori e vedendo nelle stagioni un riflesso del mutamento dell’animo umano, con la sua luce e le tenebre. Spesso però l’attesa di stagioni migliori, ammantate di speranze, sono solo illusioni e l’attesa che qualcosa cambierà, si rivela essere una chimera. Come quando sul fondo di un’anfora, al posto dell’acqua o della pioggia che cadono sul fondo, c’è solo il vuoto. Lo stesso vuoto che avvolge lo spirito dell’uomo.
struggente keiryu, in alcuni momenti della vita sembra che tu abbia ragione… Io, invece, sono certa che dietro la caducità del divenire della vita ci sia un nucleo fermo, immutabile, di luce eterna, che nulla e nessuno può spegnere, se solo si ha la fortuna o la capacità di enucleare…. e dopo questa premessa di tipo esistenziale, devo riconoscerti la sublime capacità di smuovere le acque più profonde, più nascoste dell’anima…. Un abbraccio!
Straordinario! Poesia concentrata in poche parole. Un torreggiare di sublimità espressiva, le emozioni risuonano lievi come un delicato refolo di vento quando stormisce le foglie di un albero in un dì di tormentata tempesta. A livello sensoriale c’è tutto: liquidità e visioni intrecciate. :)”
Eccezionale componimento carissima Eufemia, in cui il tempo si espande dal tramonto all’alba successiva per abbracciare poi tutte le quattro stagioni.
C’è una struggente forza (di rinascita) e, allo stesso tempo, una commovente malinconia e fragilità in quelle lacrime della luna, delusa, triste e piangente; una luna che scivola lenta sino all’alba per scrutare il futuro, cercare conforto in esso, nella speranza; per poi scoprire che quello che ci si aspettava non è arrivato e non arriverà forse mai, e allora ben si spiegano le lacrime della luna.
Il tempo come un’anfora vuota è la metafora perfetta di un animo vuoto (disillluso) e di un animo, allo stesso tempo, spogliato del proprio ego per far si che arrivi l’attesa stagione.
Un grande abbraccio,
Massimo
Carissima Eufemia tu sai bene la mia difficoltà con i keiryu … grazie di averlo spiegato nella tua nota … qui malinconia e disillusione fanno da contrasto alla speranza di una nuova vita… io non sono brava come gli altri a commentare ma posso dirti che i tuoi componimenti sono sempre affascinanti e coinvolgenti… ti abbraccio ♥ Lia
Ci ispiriamo agli antichi maestri giapponesi che cantarono la bellezza della natura e del cosmo, in 17 sillabe che chiamarono HAIKU.
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NOTA: tutte le stagioni sono effimere e sono destinata a passare, con le loro luci e le tinte che ci affascinano.
Tuttavia lo sguardo di chi osserva va oltre questo dato fisico, spingendosi al di là dei colori e vedendo nelle stagioni un riflesso del mutamento dell’animo umano, con la sua luce e le tenebre. Spesso però l’attesa di stagioni migliori, ammantate di speranze, sono solo illusioni e l’attesa che qualcosa cambierà, si rivela essere una chimera. Come quando sul fondo di un’anfora, al posto dell’acqua o della pioggia che cadono sul fondo, c’è solo il vuoto. Lo stesso vuoto che avvolge lo spirito dell’uomo.
struggente keiryu, in alcuni momenti della vita sembra che tu abbia ragione… Io, invece, sono certa che dietro la caducità del divenire della vita ci sia un nucleo fermo, immutabile, di luce eterna, che nulla e nessuno può spegnere, se solo si ha la fortuna o la capacità di enucleare…. e dopo questa premessa di tipo esistenziale, devo riconoscerti la sublime capacità di smuovere le acque più profonde, più nascoste dell’anima…. Un abbraccio!
Straordinario! Poesia concentrata in poche parole. Un torreggiare di sublimità espressiva, le emozioni risuonano lievi come un delicato refolo di vento quando stormisce le foglie di un albero in un dì di tormentata tempesta. A livello sensoriale c’è tutto: liquidità e visioni intrecciate. :)”
Fabrizio
Eccezionale componimento carissima Eufemia, in cui il tempo si espande dal tramonto all’alba successiva per abbracciare poi tutte le quattro stagioni.
C’è una struggente forza (di rinascita) e, allo stesso tempo, una commovente malinconia e fragilità in quelle lacrime della luna, delusa, triste e piangente; una luna che scivola lenta sino all’alba per scrutare il futuro, cercare conforto in esso, nella speranza; per poi scoprire che quello che ci si aspettava non è arrivato e non arriverà forse mai, e allora ben si spiegano le lacrime della luna.
Il tempo come un’anfora vuota è la metafora perfetta di un animo vuoto (disillluso) e di un animo, allo stesso tempo, spogliato del proprio ego per far si che arrivi l’attesa stagione.
Un grande abbraccio,
Massimo
Carissima Eufemia tu sai bene la mia difficoltà con i keiryu … grazie di averlo spiegato nella tua nota … qui malinconia e disillusione fanno da contrasto alla speranza di una nuova vita… io non sono brava come gli altri a commentare ma posso dirti che i tuoi componimenti sono sempre affascinanti e coinvolgenti… ti abbraccio ♥ Lia
GRazie a tutti
Commossa Vi ringrazio infinitamente ❤ e vi abbraccio tutti
Eufemia
Quanto la sento mia questa…
Anch’io voglio imparare a scrivere keiryu belli come questo! Davvero profondo!!
Un abbraccio